giovedì 13 agosto 2009

Per Osiride e per Apis, guardami, sei un Cinghiale.

Per Osiride e per Apis, guardami, sei un Cinghiale. Questa storia inizia attorno al III millennio A.D., in una terra bagnata da un fiume che inondava pianure povere rendendole ricche, e con esse le genti che la abitavano, coltivavano e veneravano.


L'origine della mitologia egizia prende spunto da un concetto che Anassimandro fara' suo come l'archetipo primordiale sensibile, ovvero l'acqua (la radice greca assomiglia molto a quella di musica); in questo caso parliamo di Acque Primeve o Primordiali. E' concetto comune nelle mitologie antiche far partire la creazione o meglio la sua cosmogonia da un Abisso Primordiale, che circondava tutto, ma non come un mare, poiche' il mare possiede una superficie. Questo Abisso contemplava tutto, lo avvolgeva e lo riempiva nella sua entita'. Tutto era buio, oscuro e privo di forma (... e sia fatta Luce!). Quesco cosmo e' una enorme cavita' (teoria della Terra Cava?). Come per gli Ebrei, anche per gli Egiziani il firmamento divideva le acque dalle acque. Non e' una tautologia, e' una voluta differenziazione del concetto di acqua e del suo archetipo.

Il Sole/Uccello, che fornisce luce a questo mondo oscuro, protrae il suo raggio luminoso fin oltre i confini dell'oscurita', laddove esiste il Mare Primordiale.

Come in Genesi (risulta ormai ovvio comprendere il progenitore di questa concezione creazionistica), Shu, la prima luce, separa la terra dal cielo. Questa e' la prima Alba sulle Acque, spesso simbolizzata da un Bambino Divino con un dito in bocca. La creazione, concepita come movimento verso l'alto, e' rappresentata da un serpente o un fiore d'acqua che emerge e fa spuntare i propri petali.

La terra emersa, l'Amalgama Promordiale, il Primo Luogo o il Trono Primordiale. Attraverso la Parola si genera la Creazione, governata da un Comando o Volonta' e dalla Comprensione.

Tutto cio', tuttavia, non fa parte della cosmogonia ufficiale Egizia, nel senso che mai si ottenne una dottrina accettata e comune: forse troppo complicato comprendere e descrivere cio' che avvenne allora. Una sorta di agnosticismo pro tempore.

Eliopoli, sede del culto di (o Atum), fu il centro teologico dell'antico Egitto, fornendo una sorta di ortodossia alla religione politeistica egizia, almeno fino al sorgere del culto di Atum in Tebe. I Testi delle Piramidi, redatti quasi totalmente da preti di Eliopoli, costituiscono la più grande collezione di testi teologici e contengono il più antico riferimento alla cosmogonia di Atum.

O Atum! When you came into being you rose up as a
High Hill,
You shone as the Benben Stone in the Temple of the
Phoenix in Heliopolis
Da questo Amalgama, Fango, Composto Primordiale diede Atum origine alla creazione, come il Nilo da vita alla terra che inonda. Da qui emerge però che queste Acque Primordiale avessero una superficie, altrimenti non sarebbe potuto emergere Atum. Un'apparente inconsistenza.
Benben (l'Amalgama Primordiale) e la sua pietra (l'oggetto creato su cui pose per la prima volta la luce) diventano perciò simboli fondamentali della Libera Muratura. L'iconografia dell'Amalgama Primordiale ricorda quella di porzioni di Piramidi.

Se Atum è considerato Il Completo (The Complete One), Khoprer (o Kheprer o Khopri, come venne chiamato più in là nelle Dinastie) è considerato Il Divenire (The Becoming One), nome pronunciato similmente a quello di uno stercoraro (scarabeus beetle detto più elegantemente). Da qui, lo scarabeo divenne il simbolo di Dio. Khoprer raffigura perciò il sole che sorge, a mezza strada tra una persona ed un'Idea, con la testa di uno scarabeo.
Atum si configura perciò come la divinità ancestrale che non compare (il sole che tramonta a va risiedere nel mondo dei morti), mentre Khoprer come quello che appare in forma visibile.
Androgino, costituisce Atum la prima essenza solitaria il quale, desideroso di compagnia diede vita alla progenia (tramite masturbazione) di Shu e Tefnut, il maschio e la femmina. La mano con cui Atum si masturbò è forse all'origine del nome del Re Wedimu, da cui trae origine il mito della Dea-Mano, Iusas (nome certamente familiare in ambito cristiano). Shu e Tefnut hanno una radice simile al verbo sputare, che ricorda l'atto della masturbazione di espellere il seme generante, la Parola Primordiale, il Verbo.



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